L’ipospadia ( dal greco antico sotto “ipo” e fessura “spadon” ) è un’anomalia congenita del pene per la quale alla nascita il meato ( il forellino dal quale fuoriesce l’urina ) invece di essere collocato all’apice del glande si ritrova sulla faccia anteriore, ventrale del glande stesso, dell’asta e, nelle forme più severe, giù fino allo scroto o addirittura al perineo. All’ipospadia è spesso associata una curvatura dell’asta che, se non corretta, è fonte di gravi problemi.
Il processo embriologico che forma il pene , il glande e l’uretra inizia alla 4-5 settimana di vita intrauterina e, sotto lo stimolo del testosterone, dovrebbe terminare verso la 12° settimana quando l’uretra distale viene coperta e chiusa a livello del solco coronale dalle pliche ectodermiche , le stesse che formeranno, poi, il prepuzio
Un meato non posizionato all’apice dell’asta può essere anzitutto motivo di importanti disturbi alla minzione ( minzione “sulle scarpe” ) e, più avanti, causa di un difettoso rilascio del liquido seminale durante il rapporto sessuale e , quindi , di infertilità.
L’incidenza dell’ipospadia varia nelle differenti casistiche con valori di un caso ogni 250 o 300 nati vivi circa.
Esistono molte classificazioni delle ipospadie a secondo della posizione del meato, della concomitante gravità della curvatura e della sua eventuale preventiva correzione etc.
Per semplicità distinguiamo :
ipospadie apicali o distali : meato collocato sulla faccia ventrale del glande, al solco coronale o immediatamente al di sotto: sono le più comuni ( 50% dei casi )
ipospadie medie peniene : meato collocato lungo il terzo medio dell’asta ( 30% dei casi )
ipospadie prossimali : meato collocato al terzo prossimale dell’asta ( vicino alla base ) o a livello scrotale o, ancora, perineale ( le più rare e le più severe con il 20% dei casi circa ).
Non raramente ad una ipospadia è associata un’ernia o una criptorchidia. Mediamente sono riscontrabili nel 10% dei casi ma , in realtà, l’incidenza è minore nelle forme apicali e maggiore in quelle prossimali.
Di solito all’ipospadia non sono associate anomalie del tratto urinario superiore. Questo è motivato dal fatto che i genitali esterni si formano embriologicamente più tardi rispetto alle vie urinarie sopravescicali. Tuttavia , se fossero presenti, in associazione all’ipospadia, altre malformazioni in altri organi è consigliata uno screening delle vie urinarie superiori, per esempio con una ecografia.
L’obbiettivo del trattamento dell’ipospadia è quello di ricostruire, possibilmente non oltre i 12-18 mesi di vita, un pene diritto con un meato il più vicino possibile all’apice del glande per avere un flusso urinario diritto e , domani, dei rapporti sessuali normali: ciò si ottiene con una tecnica chirurgica accurata, esperienza con l’uso di una magnificazione ( fili di sutura quasi invisibili ) ed una calma olimpica durante l’intervento.
Sono varie le tecniche chirurgiche che si possono mettere in campo, dipendenti dalla gravità della situazione anatomica e dalla confidenza dell’Operatore con una o l’altra tecnica.
Sicuramente, tuttavia, alcuni passi debbono essere osservati:
- meaoplastica e glanduloplastica
- raddrizzamento
- uretroplastica
- copertura con la pelle
- eventuale scrotoplastica.
Tutte le tecniche chirurgiche osservano e debbono osservare questi punti, magari non in quest’ordine e/o in varia combinazione , per ottenere, in tutti casi di ipospadia, il risultato ottimale da un punto di vista cosmetico, funzionale e psicologico.